sabato 5 aprile 2008

Perchè invidio fascisti e comunisti

Anche se sono rimasti 7-8 i primi e 15, al massimo 18, i secondi.
Molti di più, la quasi totalità, sono i fintifascisti ed i finticomunisti, anch'essi invidiati. Poi provo invidia anche per antifascisti e anticomunisti.
Ad ogni approssimarsi di elezioni divento talmente invidioso da essere astioso nei confronti di tutti i suddetti. Non li sopporto, tanto quanto quelli in grado di mangiare tutto senza ingrassare.
Il punto è questo: non ho una fede politica consolidata e mi illudo di poter scegliere volta per volta il candidato giusto o le prospettive più ragionevoli. Ascolto, leggo, pondero. Poi rileggo, provo a dare un senso a quanto letto in precedenza, riascolto, rifletto ancora. Ma non mi risolvo mai. Ci vuole poco, ogni volta, a comprendere la poca coerenza e l'opportunismo di gran parte dei politici di professione. Il politico di professione, quello non in grado di far altro nella vita. Sempre stesso sorriso e stesso sdegno, a seconda della convenienza. Opportunista e con tanti progetti abbandonati alle spalle.
Un esempio? Tempo fa un esponente di uno dei due macro partiti nazionali fece una proposta. Era un'idea tradizionalmente patrimonio della controparte, talmente tanto da lasciar infuriare uno dei suoi alleati. Nel frattempo una politicantessa dell'altra parte berciò contro l'idea perchè "quando l'avemmo noi ce la bocciarono ed ora noi gliela bocceremo a loro". Gran coerenza. Tant'è, il mattino dopo gazebo con lo stesso marchio della politicantessa raccoglievano firme a favore del disegno. Ancora coerenza. E nel mentre il proponente si ritirò dopo aver guardato i sondaggi. Tre giorni e la cosa si esaurì.
La stessa politicantessa, intervistata dalle Iene, in un'altra occasione definì buono il proprio lavoro da ministro. Ricordo ancora i danni creati con un suo decreto.
Queste sono alcune delle riflessioni prodotte dal rimuginare sul voto. Provo anche a decidere di astenermi ma sovviene sempre il solito sacrosanto "C'è gente che è morta per farti votare" e accantono il pensiero.
E rimango lì a decidere, senza più nemmeno la voglia di scegliere il meno peggio o turandosi il naso, come voleva il buon Indro.
Loro invece (voi), i fintifascisti e finticomunisti, crocifiggono* ad occhi chiusi sempre la stessa casella. Perchè così deve essere, senza starci a pensare più di tanto.
Come faccio a non invidiarli?

*Si, proprio "crocifiggono".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

la mia difficolta' consiste invece nell'inquadrare il significato delle fedi politiche in quanto tali.
il presupposto di base per me rimane ancora che la fede politica sia una "visione". la visione di come si vorrebbe idealmente vedere girare il nostro mondo e la nostra societa'. l'applicazione pratica di tale visione e' lasciata ai politici.
detto cio' -a differenza del passato- mi sembra che la politica italiana sia poco o niente sostenuta da ideali di base (ideali non utopie!).
la politica italiana e' diventata essenzialmente compromesso di uomini.

io per mia natura, per il lavoro che faccio e forse perche' sono cresciuta nella ben nota famiglia stalinista, ho degli ideali ben consolidati. dei principi saldi dai quali pretendo che chi mi rappresenta non deroghi.
non sono estremista bada bene. sono favorevole alle mediazioni, ai compromessi e detesto le stupide rigidita' che distruggono il dialogo. pero' il timone deve avere alcune coordinate ben determinate.

tutto questo per dire?
per dire che non mi riesce di invidiare ne' i politici che fanno le banderuole ne' gli italiani che gli vanno dietro!

Anonimo ha detto...

perdono! non volevo fare un comizio...!

Jollidicuori ha detto...

Benissimo.
Ma non c'è bisogno che ti arrabbi.

Anonimo ha detto...

beh un po' mi arrabbio perche' la politica italiana mi arrabbia solo a pensarci.
ma piu' in generale, io non mi arrabbio, diciamo che sostengo le mie opinioni animatamente!!!

mi spiace essere stata veemente sul tuo blog!

Raffi ha detto...

La prima volta che sono andata a votare, senza capire bene cosa stavo facendo, ero convinta che il mio voto sarebbe stato decisivo per l'esito delle elezioni. Poi non ha vinto il partito per il quale avevo espresso il mio favore.. e ci sono rimasta male.
A distanza di 15 anni, senza capire bene chi voglio votare, mi chiedo se è più corretto votare il meno peggio (per potermi lamentare nei prossimi mesi su quello che combineranno a Roma)
o più rivoluzionario astenermi dal voto.
Non ho ancora deciso. Ma tanto ho ancora una settimana di tempo per riflettere.

E’ vergognoso ridursi a questo punto?

Marcus ha detto...

Io sono per il non-voto. È vero che per farmi votare molta gente si è fatta ammazzare; ma se loro fossero qui, adesso, si farebbero ammazzare per tirarle giù quelle persone, e non si rallegrerebbero di certo di poterle votare... Penso addirittura che se avessero saputo come ci avrebbero "governato", avrebbero avuto qualche dubbio sul fatto che ne valesse la pena farsi ammazzare...