giovedì 17 gennaio 2008

E' un periodaccio

Lo stereo si accende. Alla quarta canzone già mi alzo. Oggi Tribunale perciò niente temporeggiamenti lenzuoleschi.
Scopro la densità del traffico in orari a me sconosciuti. Con lo scooter non riesco a scivolarvi in mezzo. Un'altra città quella delle torme di impiegati in auto verso l'ufficio.
Arrivo al Palazzaccio: stringo gli amuleti in tasca, mormoro orazioni propiziatorie, mi raccomando a Dedalo. Le Porte Maledette del Caos si aprono ed io, piccolo e tremante, entro. La prova sarà ardua, lo so. Mi muovo tra i corridoi: mi precedono lente schiere di giornalisti, imputati, tirocinanti, poliziotti, cancellieri, magistrati e avvocati. Verso di me una mandria di procuratori legali carica: mi sposto in tempo e mi aggrappo ad uno stipite. Passano e sono ancora illeso. Trovo l'ufficio giusto, individuo il funzionario giusto, mi apposto e attendo la pausa tra un pettegolezzo e l'altro, domando, aspetto, aspetto ancora, ancora un pò. La risposta mi rimbalza ad un'altra sezione. Due cambi di ascensori, svariate indicazioni confuse ed ecco, il premio è affisso lì. Scorro la lista ma il nome ricercato non c'è. Tutto da rifare. Chiedo ma mi inviano dove si chiedono le cose. Due svolte a destra, una a sinistra, alla terza rampa ammezzata c'è una vetrata. Le ombre aldilà si muovono. Un segno della croce e mi convinco ad entrare. C'è un'altra persona prima di me e attendo. Entra una vecchia signora: "C'è lei prima?" Non aspetta la risposta affermativa e non le importa del cartello "SOLO ADDETTI". Va oltre. Attendo ancora. Poi è il mio turno: "Buongiorno per favore una cortesia non vorrei disturbare e non so se parlo con la persona giusta. Avrei bisogno di questo". "Ma lei è sicuro? Io non me lo ricordo". Insisto e allora viene interrogato il Grande Speccho Magico, lento ma salomonico.
"Risulta, è vero".
"Visto?"
"E' per il 18".
"Appunto".
"Oggi è il 17".

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