Una domenica di sport

Solo 10 mesi fa scrissi a qualcuno:
"L'avevo detto che ci sarebbe scappato il morto? Che statisticamente, e cinicamente, era ora? Che sarebbe stato dall'altra parte della barricata stavolta? Lo dicevo da un pò è vero. Me ne dispiace comunque. (...) Sono stato a Glasgow tre giorni per la Champions e come al solito mi son sorpreso a vedere gli spettatori seduti dietro la panchina, nessun ostacolo tra loro ed i giocatori, i tifosi che non insultavano gli avversari. E poi c'erano i duecentocinquanta tra i milletrecentootto italiani, compiaciuti di tener la Strathclyde Police in ansia con il proprio risoluto rifiuto di sedersi, composti come il resto dello stadio.
Tutto il trambusto dopo Catania si sta dissolvendo, come immaginabile. Le televisioni e i presidenti si son stracciati le vesti, come doveroso, ed ora spingono affinchè i loro stadi riaprano al più presto, affinchè il pubblico affluisca numeroso e le paytv mostrino curve colorate, rumorose e soprattutto agguerrite. Prima si son sentite le identiche (si, identiche) indignate parole di quando è morto Spagnolo e pronunciate prima ancora per ogni morto allo stadio. Poi la solita legge fatta in fretta e furia (e soprattutto male)" .

Non so se ieri abbiano deciso al meglio nel far proseguire il Campionato; non so se quanto è successo abbia davvero attinenza con questo mondo o sia solo un brutto caso di cronaca; so che c'è un ragazzo (ed una famiglia) e davanti alla morte si dovrebbe mantenere un certo rispetto; so che non si può spaccare tutto ogni volta, o almeno non per questo quando non lo si fa quando ci vorrebbe davvero; non so un sacco di cose per quanto ci stia in mezzo e mi infastidisce sentirne parlare chi non dovrebbe. Mi tengo la mia sassata e non ne parlo più.