sabato 17 novembre 2007

Jollidicuorismo

Ho ripreso Eleuterio dal meccanico ieri, finalmente.
Chupa, Mino e le gatte del cortile lo pretendevano indietro da giorni.
Come andò chiedete?
Temperatura ottima per essere una notte di novembre, vento ininfluente sulla visiera, strada libera. Ero quasi arrivato: semaforo, rettilineo, incrocio, rettilineo. Decisione nel girare la manopola ma sotto la mano lo schiocco: il cavo dell'accelleratore era saltato, nessuno ne dubiti. Inutile, il polso girava a vuoto.
Andò proprio così.
C'era da spingere lo scooter solo per un chilometro, non era un gran problema.
E nemmeno sarà un problema: svegliarsi prima (o arrivare più tardi) per utilizzare mezzi pubblici, battersi per il pass sosta sotto l' ufficio in caso di notte inoltrata causa lavoro, perder tre volte il tempo di percorrenza per trovare un posto auto sotto casa. Non piango nemmeno pensando all'assegno per l'officina.
So che non serve a nulla, non cambierebbe più di tanto. Non impreco, non bestemmio, non sbatto il casco a terra, non sveglio il quartiere: sono il guru di me stesso.

Davvero. Per esempio: da anni ormai sono diventato insensibile alle liti da traffico. Quando becco l'imbranato penso di essermelo meritato. Se faccio arrabbiare qualcuno invece, lascio che mi si accosti al semaforo e dalla sua gabbia di metallo e vetro inveisca furiosamente. Faccio finta di nulla e l'esagitato esagita di più. Il mio non accorgersi di lui lo fa imbestialire, la mia refrattarietà alle sue provocazioni lo fa esplodere. Minaccia e gesticola e non gli importa nulla della ragazza o dei bambini. Io gioco con lo stereo. Urla come un dannato, rosso in faccia, colpi rabbiosi sul clacson. Io guardo lo specchietto. Lui si allunga sul sedile e agita il bullock. Prima che il semaforo scatti, voltandomi mi accorgo di lui e sorrido amichevolmente. Lui, viso stravolto, gesti osceni e sentenze di morte. Se mi mi sento demoniaco aggiungo un angelico saluto con la mano e riparto.

Quando qualcuno ci attacca con provocazioni violente si aspetta una reazione della stessa intensità che giustifichi la propria aggressione e permetta di rispondere rabbiosamente a propria volta a quella che interpreta come un ingiustizia. Vero, pensateci.

Se però ciò non accade tutta l'energia prodotta non trova alcuno sfogo e viene riassorbita. Se l'aggressore non riesce a picchiare la moglie entro un paio d'ore, l'eccesso di forza creerà un'ulcera nello stomaco, l'accumulo di adrenalina nella circolazione stimolerà l'ipofisi negativamente e un accumulo di bile aggraverà il tutto. Danni permanenti lo seguiranno per tutta una tristissima vita. Sempre non imploda entro 3 giorni, è ovvio. Altrimenti non dormirà più credendo di avere incontrato uno psicopatico serial killer (e quanto ce piace sta cosa?).

Non fatelo a casa.

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