martedì 15 aprile 2008

Storia del macello al seggio.

Domenica mattina mi sono svegliato tardi con l'intenzione di dare fastidio.
Il Chupacabras approvava.
Il Minollo meno.
Eleuterio era divertito.
Il Lama Marrone impassibile.
Certificato elettorale nuovo in tasca ed esco. Tappa in pasticceria per una colazione antiLemme. Poi guido fino all'istituto.
Già parcheggio lo scooter arrabbiato. Mi tolgo il casco e ostento il mio pezzo forte: sguardo da psicoassassino di massa. Il Metodo Stanislavskij è eccezionale in ogni occasione in cui voglio dare problemi.
Entro nell'atrio della scuola. Per un attimo, solo per un brevissimo attimo, mi colpisce l'aria beata da elementari: la custode seduta al banchetto, i disegni, l'odore di gesso, matite e figurine. Tornano i ricordi e mi sembra di rivivere... attimo finito. Meno male.
Seguo le indicazioni per il mio seggio, salgo le scale e mi fermo sulla porta, fingendo di stare in coda. Le probabili vittime sono tre: due scrutatrici ed il presidente (o il segretario). Gli altri saranno a pranzo. Le signore sono tranquille, verificano i dati di ognuno e li registrano.
L'uomo è agitato, si gratta, suda, confonde cabine e documenti. E si aggiudica la mia mezz'ora di Grand Guignol.
Dopo la trafila del controllo mi volto. Espressione da votante comprensivo e collaborativo. Finta.
"Devo dare a lei documento e tessera? Perchè li ho già dati alla signora. Bella questa matita. Lei è la persona deputata a trattenere le mie cose? Ma chi lo dice? Le lascio il portafoglio? Il portafoglio no? Solo carta d'identità, va bene. I cellulari li devo mettere qui vero?" Gliene metto avanti quattro. Tutti quelli inutilizzabili e e abbandonati in giro per casa sono lì. Mi ostino a costruire una pila. Alla base tessera e documento. "Così stanno in ordine. E nessuno se li ruba. Magari qualcuno potrebbe venire a intortarla, con tutte ste matite, ste schede colorate: ecco la scheda, ecco la matita e tracchete, porta via le mie cose". Insisto nel metterli uno sull'altro ma i telefonini non sono della Lego. "Non stanno su in ordine. Mi da una mano? E' come costruire un castello di carte ma non possiamo arrenderci. Proviamo a mettere la tessera sopra, come un tetto". Il signore invece di sbattermi la testa sulle urne asseconda. E si duole per la mancata costruzione. Si tira su le maniche e asciuga il sudore. Mi stanco prima e lo lascio preoccupato a sistemare la composizione. "Cabina? Abbiamo la 2 o la 3?" "La 2. No la 1. Mi perdoni: è la 1". Lo perdono. In cabina tiro fuori il registratore e lo aziono al massimo del volume. Click frushhhh. Diffondo il rumore di macchina fotografrica. Nessuna reazione aldilà del compensato. Ancora: click frushhhh. Niente. Accendo il giocattolino comprato dai cinesi: emette un flash. Click frushhhh e luce. Di là nessuno viene a bacchettarmi. E la cosa mi innervosisce. Non sopporto quando qualcuno viene meno al proprio dovere. Mi viene da andare lì ed urlare: "Perchè io pago le tasse e voi dovete..." ma è una delle quattro frasi più mal sofferte. Mi affaccio: "Non devo avere fretta vero? E' una cosa importante no? E' una cosa molto seria". Quello lì annuisce solerte. Le scrutatrici lo guardano accigliate. Due elettori in attesa si guardano tra loro. "Allora torno a pensare. Se avete bisogno della cabina bussate, non fate problemi ". Scompaio. Ripeto la scenetta due volte. A me la gente poco reattiva e pronta da i nervi. Comincio a chiedermi ad alta voce come sarebbe meglio scrivere gli insulti. Poi se l'odore della fetta di mortadella si sentirà una volta piegata la scheda. E ancora quante F andrebbero meglio per rafforzare l'invito ad andare a quel posto per una serie di politici, tutti nominati. sempre con voce forte e impostata e senza ottenere risultati. Dopo un quarto d'ora esco. L'omino: "Se potesse... la prossima volta...". Espressione furente: "La prossima volta cosa? Mi renda le mie cose. Non mi vedrete più la prossima volta. Nessuno si è accorto che non sono io la persona del documento. Preoccupati dal cercare il nome sulla lista non avete confrontato la fotografia. L'intestario di quella carta d'identità ha avuto un incidente stanotte, ora è all'obitorio qui vicino. Io sono un Ispettore Elettorale inviato dal Prefetto per verificare il livello di attenzione di questo seggio. Credeva non ci sarebbero stati dei controlli? Davvero pensava le avrebbero lasciato in mano un incarico tanto delicato? Qui ci sono delle gravi deficienze. Gravissime. Lei non è in grado di garantire il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Si aspetti un richiamo e la cancellazione dalle liste. Verranno a sostituirla al più presto. Lei e tutto lo staff ". Infilo schede e matita in unica urna e me ne vado.
All'ingresso saluto con un sorriso la custode e i due poliziotti.
Se solo Chupa mi avesse potuto vedere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

no dico... poi sarei io quella rissosa e che ha voglia di litigare?????????!
ti lascio un bacio, vai!