Quest'anno niente Maratona di Milano.
O meglio, decido di non correre perchè non sufficientemente allenato ma partecipo come volontario. Do una mano alla mia società sportiva, incaricata della gestione del 30° km: ristoro, spugnaggio e litigate con gli automobilisti.
Perciò stamattina, dopo essermi coperto per bene con maglietta termica, calzettoni da trekking estremo e altro abbigliamento tecnico, chiudo il gas, saluto Chupa e Mino, controllo la brasiliana che non sia appostata e scappo fuori.
Al punto d'incontro son già tutti in fila. Come all'ingresso d'un carcere mi mettono il vestiario in braccio: giaccone, giacca a vento, pile, cappello e fratino, tutti con le patacche degli sponsor in primo piano. "Vestiti!", come se la prima domenica mattina di dicembre mi fossi presentato nudo. "Marchi ben in vista che sennò gli sponsor s'arrabbiano che hanno cacciato un sacco di soldi e voglion le etichette ben in vista altrimenti perchè caccerebbero un sacco di soldi?". Indosso l'uniforme da giovane servizievole, saluti ai conosciuti in tante gare e prendo posizione: non sono stato assegnato alle spugne, al tè caldo o ai sali minerali, ma alla pregevolissima incombenza dell'acqua. La bottiglietta da mezzo litro è una gran responsabilità: va disposta sul banco, aperta, versata in due bicchieri, lasciata metà piena, richiusa, posizionata in modo da essere afferrata in corsa da un maratoneta in crisi da trentesimo chilometro ma deciso a crepare pur di arrivare. I corridori sono 5.700, arriveranno in nugoli e le casse alle nostre spalle hanno già gli imballaggi tagliati. Saremo determinati nel dissetare tutti e nessun maratoneta perderà un secondo di troppo per compensare la disidrazione. Non sembra, ma in 42 km e 195 m un solo secondo può condurre a gravi conseguenze. Io stesso soffro tuttora per un vecchio 3,15,01. Un unico maledetto secondo sopra le 3 ore e un quarto.
I primi non son ancora arrivati quando l'organizzazione chiede tre maschietti. Mi avvio: si tratterebbe solo di posizionare delle transenne ad un incrocio. Sbrigato il lavoro ci si accorge della viabilità precaria. Emergono i ricordi delle ultime gare... le uova prese quando si è stremati e si va avanti per inerzia... gli insulti invece di una sola parola d'incoraggiamento, quella che infonderebbe la forza per andare avanti un altro chilometro...
Parentesi:
- Milano è la città ideale per una maratona veloce, niente salite e discese, pochissimi pavè e sanpietrini, temperatura ideale per la distanza. New York e Roma non potranno mai competere con queste condizioni.
- I milanesi sono la cittadinanza meno ideale per rappresentare un pubblico di una maratona. Non incitano, non applaudono, non battono il cinque. Amano urlare dalle loro macchine e scaricare la batteria a forza di clacson. Non saranno mai come newyorkesi e romani.
Vuoi vedere che è la volta per togliermi qualche sassolino? Decido di rimanere all'incrocio come rinforzo. Nonostante i proclami delle settimane precedenti anche sui tabelloni elettronici, c'è una marea di ostinati in auto. Il punto è davvero critico, e ne gioisco. Nell'ora in cui passa il grosso dei maratoneti blocchiamo definitivamente la circolazione ed evitiamo investimenti. Alle spalle abbiamo autisti idrofobici con la schiumetta alla bocca; matrone impazzite scese dall'auto a tirarsi i capelli; nonnetti furiosi agitanti pugni; ragazze in pellicciotto, chewingum e dito medio contratto. Noi applaudiamo amici e sconosciuti, fingiamo di ammansire le isterie, rispondiamo con sorrisi ai mastini rabbiosi. Qualcuno tenta di forzare il flusso dei corridori ma l'orgoglio podista reagisce con calci e pugni sulle portiere. Poi pian piano i gareggianti si son assottigliati e gli impazziti in scatola han potuto raggiungere la suocera. Una gran soddisfazione far fermentare la bile in tutti quei fegati. Se avessero un minimo di senso civico e sportivo avrebbero trascorso una domenica più piacevole.
Che bello è lasciar correre?
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Appendice
Le più urlate e/0 curiose della giornata:
"Per 20.000 cretini avete bloccato la città"
"Ora te li investo tutti"
"Sta morendo mia moglie" incredibilmente la scusa più sentita, almeno in dieci
"Non si può aspettare così"
"Mi si brucia il motore se lo tengo acceso"
"Non spengo così gli viene un tumore"
"Fammi passare solo a me che ti frega di questi qui"
"Io sono un contribuente e denuncio tutti"
"Ci sono le campagne per correre"
"Scendo e ti ammazzo" a me.
"Ti metto sotto" a me
"Ti metto sotto" a me
"Andate a lavorare" a noi volontari
"Andate a lavorare" ai due unici vigili, davvero eroici
"Andate a lavorare" ai maratoneti.
"Andate a lavorare" ai due unici vigili, davvero eroici
"Andate a lavorare" ai maratoneti.
5 commenti:
se ti avessi incontrato....maronn'...
Se mi avessi incontato avresti detto al tuo moroso: "Senti Tesoro, scendi a spaccare la faccia a quello con il giaccone rosso asics ? Hai visto cosa ha fatto? Per un attimo mi ha guardato sprezzante. Fai trattare così la tua morosa? Invece di andare a lavorare sta qui per questi deficienti in mutande e se ne frega di noi con il sugo per il pranzo che si fredda. Vai, vai, lascialo a terra tesoro mio. "
credo che mi avrebbe lanciato giù dalla macchina in corsa se gli avessi detto così...
e poi io non dico MOROSA/MOROSO!!!!
Automobilisti milanesi, che tristezza.
Lasciamo perdere. Pure nel resto della Lombardia non scherzano. Ricordo di un ragazzo in Renault che mi tallonava nell'ultimo tratto della Milano-Pavia (32km), in pieno centro storico. Volevo arrivare a tutti i costi ma la tentazione di tirarlo giù è stata fortissima. E non ero il solo a volerlo punire.
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