Ridi ridi...

Alla ridente Ortona, posta su un ridente colle abruzzese affacciato sull'Adriatico ridente, resta poco ancora da ridere. L'Eni vi piazzerà una struttura fornitrice di molti posti di lavoro, ICI in quantità, inquinamento e tumori come se piovesse.
Per opporsi c'è già la solita raccolta firme on line raccomandata a tutta la mailing list e la processione con le candele.
Tutto in regola con i tempi:

"Ciao tesoro,

vogliono chiudereiblog/mappareilgenoma/monopolizzarelarete/spellarelefoche, non è un peccato? Gira questa email per favore a tutti quelli che conosci. Fallo entro tre giorni altrimenti la sfiga si abbatterà su di te: Marco di Roma, nonostante fosse un fanatico di www.petizionionline, lo fece solo il quarto giorno e gli esplose un testicolo; Giovanni di Milano ignorò questa email e non fù mai assunto dall'A.C.M."
Fino a pochi anni fa contadini, operai, e studenti, subendo (o effettuando) abusi e soprusi scioperavano con forconi, mazze ferrate, Hazet 36 e lilly. Oggi ci mettiamo in poltrona, spulciamo tra le Ansa, prendiamo il nostro brivido di indignazione quotidiano e ce lo facciamo passare trasmettendolo con un click. Il nostro è fatto. Al massimo, se è sotto casa, accendiamo il cero per un giro in corteo dell'isolato. A patto che ci sia la diretta tv, è ovvio.
Le multinazionali sono ben contente delle proteste attuate a forza di catene di Sant'Antonio e fiaccolate.
Non che voglia aizzare le barricate di Ortona, ma l'Italia non è stata fatta con le carrozze del servizio postale.