Sono un banalissimo e ipocrita cattolico che senza adempiere ad alcun precetto ci crede. Un pò.
Per la speciale occasione familiare decido che farò la comunione. Per farlo devo prima confessarmi. Cosa che non faccio da: facciamo 12 anni.
Il perchè un quarto di cattolico come me lasci passare tanto tempo è molto semplice: un vecchio prete mi ha traumatizzato.
E, attenzione, stiamo parlando di sesso. I sensibili clicchino via.
In procinto di dover fare da padrino ad una cresima e da poco a Milano, decisi essere il Duomo, e non altre anonime chiese, la sede più appropriata per accogliere il mio pentimento.
Entro e mi metto in fila ad uno dei confessionali. La scelta è totalmente casuale. Al mio turno mi inginocchio, saluto, segno della croce e via: nonsantificolefestescherzopesantementecongliamicinonvadoamessadicoparolaccemiscappaqualchebestemmianonperdonononamotantoilprossimodesiderolarobad'altri. E poi: sonopresuntuosocapitachelitighiconimieihomentitohocommessoattiimpuri...
Che cosa!?
Ho commesso atti impuri.
Aaaahhh: atti impuri. E da solo o in compagnia?
Da solo e in compagnia.
E in compagnia: con uomini o con donne?
Con donne.
E con donne: con una o più di una?
Una. Da cinque anni sto con...
Non ne ha voluto sapere. S'è arrabbiato! Ero diventato un miserabile senza carattere e senza la fortezza per resistere a quella tentatrice. Ero una nullità, la vergogna del Cristianesimo. L'arrendevole vittima di Satana. Io, maschio, avrei dovuto non solo respingere le profferte immonde del peccato ma redimere quella donna già sottomessa al diavolo.
Non so quanto durò la solfa. E nemmeno le successive preghiere di penitenza. Non uscivo dalla mia panca per timore che il pretastro non mi vedesse abbastanza ravveduto. E soprattutto perchè temevo di precipitare nella Milano di Ludovico il Moro: "Non ci resta che piangere" mi aveva già impressionato.
Fù così che passò tanto tempo. Motivo per il quale l'ultimo sacerdote non mi voleva proprio assolvere.
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